Le sedie di design sono icone intramontabili che ci aiutano ad esaltare e rendere più speciali gli spazi, grazie allo studio che su questo elemento di arredo, la sedia, i grandi designers hanno fatto e fanno nel tempo.
Chi mi segue da tempo sa che è uno dei miei oggetti di design preferiti, perchè non ingombra visivamente ma riesce ad essere incisiva in ogni ambiente.
In questo articolo vedremo insieme con quali criteri scegliere le sedie di design e 20 delle mie preferite.
Indice:
Quali criteri per scegliere la sedia di design
I parametri da valutare nella scelta di una sedia design sono in parte comuni a quelli che accompagnano la scelta di una qualsiasi sedia, con l’aggiunta di alcuni che sono specifici proprio per la tipologia di cui parliamo qui.
La funzionalità
In prima battuta bisogna tenere presente l’ambiente in cui andremo a posizionare la sedia, perchè questo fa la differenza rispetto alla valutazione di tutti i criteri di cui parleremo nel seguito.
Una sedia per soggiorno sarà probabilmente meno usata rispetto ad una che affianca il tavolo da pranzo. Quella per uno studio avrà bisogno di essere molto comoda per la funzione che dovrà assumere.
La funzionalità di una sedia è legata anche alle distanze da rispettare perchè intorno ad essa ci sia abbastanza spazio di manovra.

Le sedie che vanno attorno ad un tavolo dovranno rispettare uno spazio di 60 cm minimi a commensale, per evitare che ci si tocchi coi gomiti. Inoltre, è bene valutare l’altezza del tavolo, per capire se quella della sedia che abbiamo scelto è giusta e se è opportuno prenderne una con o senza braccioli.
Dietro la sedia è bene lasciare lo spazio necessario per potersi spostare. Stiamo parlando di 55-60 cm.

In ambienti molto piccoli poi è bene scegliere sedie che siano impilabili o pieghevoli, così da poter essere riposte quando non servono.
La comodità delle sedie di design
Questo criterio per selezionare le sedie va a braccetto con l’ergonomia.
A seconda della funzione che essa dovrà rivestire, sceglieremo una sedia imbottita se dobbiamo utilizzarla per tanto tempo, una poltroncina per il living, una sedia senza braccioli per il tavolo da pranzo, e così via.
E’ bene poi fare attenzione allo schienale, che deve essere altrettanto comodo.

Valutare anche il peso della sedia, che dovrà essere leggera soprattutto se intorno ad un tavolo, per potersi svincolare facilmente.
Lo stile
Lo stile di una sedia è imprescindibile. A maggior ragione quando si tratta di una sedia di design che di stile ne ha da vendere e proprio per questo motivo non dovrà entrare in conflitto con l’ambiente circostante, risultando un pugno nell’occhio.
E’ sempre preferibile tenere presente lo stile che si è scelto per la casa e ancora più specificamente per lo spazio in cui metteremo la sedia.

Non è detto che debba essere perfettamente corrispondente, anzi, possiamo scegliere una sedia di uno stile differente ma che si abbini bene per contrasto a quello della stanza.
Un esempio sono gli stili ibridi, come il japandi o il più diffuso classico contemporaneo, dove ad una base classica si contrappone, completandola, un elemento moderno che pone l’accento su un angolo ad esempio.
I materiali
Nella scelta dei materiali un ruolo fondamentale lo gioca la manutenzione. La maggior parte delle sedie del tipo a poltroncina e imbottite non sono sfoderabili, per cui sarebbe preferibile in quel caso un materiale facilmente lavabile a secco, come l’ecopelle e tutti i materiali sintetici. C’è da dire che l’ecopelle, se non di buona qualità, tende facilmente a consumarsi e sbriciolarsi, costringendoci poi a ri-tappezzare la sedia.

Proprio per questo motivo lo sconsiglio per sedie molto sfruttate, tipo quelle di uno studio o quelle del tavolo da pranzo.
In questi casi è preferibile l’intramontabile legno, che ha anche un certo romanticismo, il metallo, e il polipropilene, o la bioplastica, oltre a tutti quei materiali tecnologici di nuova generazione che sono facilmente lavabili.
Come abbinare le sedie di design
Una delle domande che mi vengono spesso poste è quali sedie mettere intorno al tavolo.
Premesso tutto quanto detto nel paragrafo precedente, in genere l’elemento che si acquista prima è proprio il tavolo (anche se io ho fatto il contrario, proprio perchè la sedia è il mio primo amore!).
Non necessariamente la sedia deve essere uguale al tavolo, con gli stessi piedi e così via. Questa è una moda che andava negli anni ‘70-’80 quando si sono sposati i miei genitori, per cui avevamo un tavolo da pranzo con piedi di acciaio e piano di formica, così come sedie con piedi di acciaio e schienale di formica.

Oggi siamo più abituati piuttosto a vedere situazioni asimmetriche, sedie spaiate, sedie a contrasto col tavolo.
Anche per spaiare però ci vuole un criterio, perchè tutto sia in armonia.
Un vecchio bancone da falegname, riutilizzato come tavolo da pranzo, sta molto bene con sedie di metallo o polipropilene di colori diversi che lo sdrammatizzano o con sedie trasparenti che fanno molto chic.
Confesso che non sono un’amante dell’asimmetria, per l’anima ingegneristica che ogni tanto fa capolino dietro quella da architetto.
Per questo, quando penso a sedie diverse intorno ad un tavolo, faccio in modo che abbiano in comune almeno la forma o il colore a due a due.
Quanto costano le sedie di design
Le fasce di prezzo di una sedia di design sono varie.
Quelle che costituiscono proprio icone storiche del design hanno prezzi che superano anche i 300 euro. Ci sono poi quelle di fascia media che sono tra i 100 e i 300 euro. Al di sotto dei 100 euro possiamo andare su sedie di design meno blasonate, ma ugualmente d’effetto.

20 sedie di design tra le mie preferite
Ecco ora la parte che preferisco. Vi presento qui alcune tra le sedie di design che preferisco.
Uno. Louis Ghost
E’ una delle sedie Kartell che preferisco.
Disegnata da Philippe Starck, sicuramente negli anni passati è stata molto inflazionata.

Il motivo sta nella sua versatilità estetica. Grazie alla sua trasparenza e alla semplicità delle sue linee, infatti, questa sedia è adatta sia in ambienti classici, di cui sdrammatizza la formalità, sia nei più contemporanei.
Philippe Starck si è ispirato alle sedie settecentesche della corte di Luigi XV e ha ideato dopo questa anche la Victoria Ghost che non ha braccioli.
La Louis Ghost Chair è prodotta in policarbonato in unico stampo ad iniezione ed è molto resistente, nonostante il suo aspetto evanescente (proprio come un fantasma), tanto da poter essere impilata fino ad un numero massimo di sei. Lo schienale a forma di medaglione può essere personalizzato con scritte e immagini.
Due. Tria Chair
Questa sedia è una di quelle che ho scoperto di recente, anche se è del 2011. Mi ha subito colpito per la sua forma particolare.
E’ stata progettata dai designer tedeschi Catharina Lorenz e Steffen Kaz, che ormai sono diventati italiani di adozione, e che si sono ispirati alle incisioni di percorsi impossibili dell’olandese Maurits Escher.
Particolarità di questa sedia di design è la possibilità di essere usata sedendosi al centro o lateralmente.

Altra caratteristica sono le tre gambe. Non è la prima sedia con questo particolare, perchè nella storia ce ne sono state altre. Le tre gambe danno slancio e leggerezza alle sedie fatte così.
C’è comunque anche una versione con quattro piedi in tubolari che la rendono anche impilabile a adatta ad essere utilizzata all’esterno.
Grazie alla sua forma si accompagna bene ai tavoli irregolari, come quelli penta-esa-ottagonali, dove può occupare anche uno spigolo senza entrare in conflitto e potendoci stare comodamente seduti.
E’ prodotta in cinque varianti di finitura della scocca da Colè. La scocca poi ha un disegno intrecciato e in alcuni casi ottico che è tutto un programma.
Tre. Cover Chair
La Cover Chair è prodotta da uno dei miei marchi preferiti: Muuto, azienda danese nota per il suo design scandinavo e le sue linee minimali.
Questa sedia è stata progettata in tempi relativamente recenti dal designer Thomas Bentzen.
Si tratta di un oggetto di design che mette insieme comfort e praticità. La sua seduta è ampia, la base è solida e il suo schienale alto, in modo da farci sentire tutto il suo abbraccio. Io la preferisco tra tante proprio per queste sue caratteristiche che ci permettono di utilizzarla sia in una casa privata, sia in un luogo per ritrovo, sia in ufficio.
Realizzata in legno pressato e ripiegato sulle gambe e sullo schienale, può essere richiesta nelle sue varie colorazioni.

Inoltre, la sua seduta può essere rivestita in tessuto di alta qualità Kvadrat o in pelle.
Quattro. Zig zag Chair
Parliamo di una sedia a forma di Z, che lo stesso designer definì “uno scherzo di design“.
Il designer in questione è uno di quelli che si definiscono “IL” designer: Gerrit Thomas Rietveld.

La sedia fu progettata nel 1934 per casa Schroder e prodotta da GA van de Groenekan, De Bilt.
Dal 1972 è Cassina che ha l’esclusiva della sua realizzazione e l’ha inserita nella collezione I Maestri.
La particolarità di questa sedia è nella sua forma minimalista che appare semplice nella sua realizzazione, senza gambe e come se fosse un pezzo unico.
In realtà è composta da 4 piastre in legno di ciliegio naturale, i cui pezzi sono tenuti insieme da giunti a coda di rondine. Il tutto è poi reso stabile grazie a viti, dadi e cunei di legno. .
Insomma, è tutt’altro che semplice e questo è il motivo per cui egli stesso la definì uno scherzo.
Con questo progetto Rietveld rompe la tradizione creando una sedia a sbalzo e aprendo la strada ad un nuovo mondo per i mobili. Come si diceva oggi è prodotta da Cassina, nelle finiture ciliegio, frassino naturale o anche frassino tinto nelle varie colorazioni.
C’è un trucco per scoprire se quella che abbiamo davanti è una ZIG ZAG Chair originale: ogni pezzo è numerato con una firma incisa, oltre ad essere dotato di certificato di autenticità!
Cinque. Wishbone CH24
Sembra la formula di un composto chimico e invece si tratta del nome di una sedia, una di quelle che ha avuto così tanto successo da essere stata in produzione ininterrottamente dal 1950, anno della sua nascita.
Progettata da Hans Wegner, questa sedia è fortemente rappresentativa dello stile danese, grazie alle sue linee sinuose, comode, leggere ed eleganti.
Si tratta di un prodotto rivoluzionario per la sua epoca. Per essa veniva sperimentata, infatti, la tecnica della curvatura a vapore del legno, per ottenere la forma scultorea della sua struttura. La seduta non è da meno, quanto a sperimentazione, perchè nasce dall’intreccio di una corda di carta di circa 120 m di lunghezza, espediente questo trovato durante il dopoguerra, in un periodo povero di risorse. La resistenza ottenuta è pari a quella del filo di canna usato normalmente.

Fa parte di una serie di sedie progettate dal designer e che si ispirano ai troni Ming, visti nei ritratti dei mercanti danesi seduti proprio lì.
Da quelle immagini è partito Wegner, semplificando le forme per riportarle alla cultura scandinava.
La forma a Y dello schienale le è valso il secondo nome di Y Chair.
Una curiosità: per produrre una sola sedia occorrono circa 100 operazioni e tre settimane di lavoro, dal momento che la maggior parte delle operazioni viene svolta a mano, soprattutto l’intreccio del sedile che deve essere realizzato artigianalmente da abili mani.
Sei. Wiggle Side Chair
Cambiamo materiale e andiamo su un prodotto che rompe gli schemi e ne utilizza uno che ai tempi in cui è stata creata era impensabile utilizzare per gli arredi: il cartone.
La Wiggle Side Chair è stata disegnata da Frank Gehry nel 1972.
Esatto, proprio quello del Guggenheim di Bilbao e di altri edifici che con la loro forma sinuosa e organica hanno rotto gli schemi.

Anche questa sedia rompe gli schemi e riprende proprio quelle stesse forme. Fa parte della collezione Easy Edges, di cui dal 1972 hanno fatto parte vari oggetti: Side Chair, Wiggle Side Chair, Dining Table, Low Table Set, Laminated Cardboard Stool.
Tutti rigorosamente in cartone riciclato.
Struttura e seduta sono realizzate con 60 fogli di cartone ondulato pressato e ripiegato su se stesso a formare delle onde. La seduta è comoda e confortevole e la struttura molto solida. Sostenibile, ecologica e riciclabile!
Sette. Eames Wire Chair
Quelle dei coniugi Charles e Ray Eames io le adoro, per la semplicità delle forme, la leggerezza e il richiamo alle atmosfere nordiche.
La Eames Wire Chair è stata prodotta dal 1951.

Si tratta di una variante rispetto alle sedie con monoscocca piena tipiche dei due designers. In questo caso la scocca viene svuotata grazie ad un lavoro di sottrazione che rende il tutto molto più leggero. La sedia Wire è disponibile con varie finiture, tra cui quella con un cuscino dalla forma così particolare da ricordare un “Bikini“, da cui prende il nome.
Nel 2016 Vitra ha aggiunto 20 cm all’altezza della base, rendendola così più confortevole. La lavorazione con cui è realizzata la Wire Chair è un brevetto proprio degli Eames, con la progettazione meccanica della saldatura a caldo con doppiatura del filo esterno, che evita la necessità di un bordo aggiuntivo.
Otto. Eames Plastic Chair e Armchair
Vale quanto detto per la Wire, anche questa fa parte delle sedie Vitra progettate dagli Eames
Nove. Tulip
Eccola, nelle sue forme slanciate ed ordinate: è la Tulip Chair dell’architetto finlandese Eero Saarinen. E di nordico questa sedia non ha solo il creatore.

La sua idea era quella di eliminare il groviglio di linee che si vede sotto i tavoli e iniziò così nel 1953 a studiare una soluzione. Solo 5 anni dopo arrivò la collezione Pedestal, di cui questa sedia fa parte.
Secondo il designer finlandese, per trovare la soluzione ad un problema, bisogna guardarlo da punti di vista più ampi. Per una sedia nello specifico, bisogna analizzare la sua relazione con l’ambiente circostante.
E’ per questo che prima che Knoll la mettesse in produzione ci fu un lungo periodo di sperimentazione con un modello per un ambiente da casa delle bambole e poi in scala reale nella casa dello stesso Saarinen.
La base della sedia è realizzata in alluminio rivestito in Rilsan, un materiale poliammidico e la scocca è in plastica caricata con fibra di vetro. Il cuscino superiore è in schiuma poliuretanica e può anche essere rimosso.
Una curiosità anche per questa sedia: una di queste sedie era nella serie tv Star Trek negli anni ’60.
Dieci. A chair
La riconoscete? Questa che vedete in foto è una delle sedie più viste negli ultimi anni nei locali ma anche nelle case dallo stile industriale.
Forse pochi sanno, però, che si tratta di una sedia che è stata creata nel 1934 ed è diventata poi un oggetto cult.

Nel 1927 un certo sig. Xavier Pauchard fondò l’azienda francese Tolix, con la quale produsse sedute in metallo per gli anni a venire. Tra queste, la sedia in questione, che inizialmente si chiamava “Marais a chair” e oggi è semplicemente “A chair“.
Pauchard è stato il primo in Francia a introdurre il processo della galvanizzazione del metallo, con il quale scoprì di riuscire a proteggere dalla ruggine i metalli appunto. In tal modo, gli oggetti trattati potevano resistere alle intemperie.
E’ venuta fuori una serie di oggetti di design e di uso comune che possono essere impiegati sia per ambienti interni che per ambienti esterni..
Un esempio è proprio “A chair” che nel corso del tempo ha cambiato un po’ la sua configurazione proprio per essere sempre più performante e adatta a tutte le situazioni.
Una sedia in metallo della Borgogna che subisce 100 fasi produttive prima di uscire dalla fabbrica.
Vittima di molteplici imitazioni, come del resto tutti i grandi oggetti di design, oggi è esposta nelle collezioni del Vitra Museum, del MoMA e del Centre Pompidou.
Ultima curiosità: A Chair è la prima sedia impilabile della storia del design e circa 25 di queste sedie arrivano a 2,3 m, grazie ad una struttura sottilissima.
Undici. Masters
La Masters è tra le sedie Kartell, azienda fondata nel 1949 da Giulio Castelli a Milano per la lavorazione delle plastiche.
La sedia Masters è stata disegnata da Philippe Starck insieme con Eugeni Quitllet nel 2010, fondendo tre sedie icona del design: la Serie 7 di Arne Jacobsen, la Tulip Armchair di Eero Saarinen e la Eiffel Chair di Charles Eames.Il risultato? Una sedia che io amo perchè si adatta bene ad ambienti classici, spezzandone la pesantezza, tanto quanto ad ambienti dalle linee contemporanee.

E tutto questo grazie alle sue linee sinuose, essenziali ed eleganti: un’ampia e comoda seduta, 4 piedi sottili e il particolarissimo schienale che deriva proprio dalla fusione dei 3 schienali delle sedie a cui i due designers si sono ispirati.
Dodici. Panton Chair
La Panton, di Verner Panton e sempre tra le sedie Vitra, è nata nel 1968 ed è stata la prima sedia in plastica monoscocca. Il progetto è del 1959-1960.
I primi modelli erano in poliestere, poi seguirono quelli in schiuma poliuretanica e il Polysteron stampato a iniezione. Insomma di prove ne sono state fatte prima di arrivare a questa versione che ha sfidato poi il tempo. Oggi è prodotta in polipropilene a iniezione, resistente e più economico.

La particolarità di questa sedia è che è senza gambe e ha una forma a sbalzo che l’hanno resa celebre in tutto il mondo.
Tredici. Bertoia Side Chair
Harry Bertoia è il designer di questa sedia. Uno scultore che in effetti ha creato un elemento di arredo scolpito. La sua struttura è realizzata con un filo di ferro cromato saldato secondo modalità brevettate dal designer stesso.

Dal 1952 è prodotta da Knoll ed è diventata un’icona del design grazie alla sua versatilità che le permette di stare bene in ambienti svariati con varie funzioni e stili.
Quattordici. Cesca
Questa sedia è un progetto di Marcel Breuer del 1928. La sua particolarità è che non ha le gambe posteriori e, come la Panton che sarebbe stata realizzata poi, è una sedia a sbalzo, tipologia già usata da altri suoi contemporanei.

La novità è piuttosto nella struttura realizzata con un tubolare d’acciaio curvato, come per il telaio delle sedie Thonet.
Il romanticismo invece di questa sedia sta tutto nel materiale di seduta e schienale, la paglia di Vienna, un altro intramontabile.
Sedie di design economiche
Qui invece ve ne presento alcune tra quelle belle ma più economiche.
Quindici. IKEA Tossberg
Tossberg è una poltroncina con struttura in metallo, seduta imbottita e rivestita in velluto, dalle linee un po’ classiche ma che ben si adatta anche in ambienti moderni che vogliono differenziarsi.

Sedici. IKEA Manhult
Questa sedia la trovo molto simpatica per la forma dei suoi seduta e schienale. Anch’essa in ferro e tessuto e soprattutto in colori che adoro perchè molto terrosi e delicati

Diciassette. Maisons du Monde Fjord
Questa è una sedia vintage che ne ricorda altre più famose dallo stile finnish. Adatta quindi ad uno stile scandinavo, ma anche per addolcire quello industriale o completare ambienti shabby.

Diciotto. Maisons du Monde Hug
Proprio di un abbraccio si tratta. Questa poltroncina in metallo e tessuto è particolarmente adatta in ambienti dallo stile classico contemporaneo, per il living soprattutto.

Diciannove. Maisons du Monde Mauricette
Altra poltroncina di Maisons du Monde, ma meno seriosa e più simpatica, soprattutto nei colori vivaci in cui viene prodotta.

Venti. Maisons du Monde Austerlitz
Se abbiamo un ambiente industriale questa sedia fa al caso nostro, grazie ai materiali di cui è fatta, metallo e pelle, e al suo aspetto industriale.

La sedia di design giusta per te? Scegliamola insieme!
Galleria di immagini per sedie di design











Caterina
Molto utile e grazie.
Grazie per l’interesse mostrato verso l’articolo. Buona giornata.