Non sempre si è disposti ad affrontare una ristrutturazione completa e inoltre questa non è sempre necessaria.
Tuttavia, spesso siamo semplicemente stanchi di vedere i nostri spazi sempre uguali e vorremmo rinnovarli, ma senza molto impegno economico e di tempo.
Il pavimento è una superficie che visivamente occupa molta parte di un ambiente, per cui è il primo incriminato quando ci troviamo di fronte a questo stato d’animo.
Cambiare pavimento senza demolire e cercando di contenere i costi è possibile.
Vediamo insieme come.
Quando è possibile sovrapporre un pavimento nuovo a quello vecchio
La soluzione più semplice è quella di sovrapporre una finitura o un pavimento nuovo a quello vecchio, ma bisogna stare molto attenti e fare le valutazioni giuste.
Meglio ancora, è opportuno affidarsi a dei professionisti che valutino lo stato dei pavimenti e del fondo esistente per capire se vale la pena puntare ad una soluzione del genere o sarebbe opportuno viceversa sostituirli del tutto.
Valutazioni da fare prima di cambiare pavimento senza demolire
In primis, va considerato se il fondo è integro e regolare o ci sono delle parti da ripristinare.
Quindi, è importante comprendere se il pavimento è stabile e in piano. Se la risposta è no, bisognerà in alcuni casi ricorrere ad un massetto autolivellante, che potrà essere sufficiente per il 25% della superficie da pavimentare o, nel peggiore dei casi, sarà per l’intera superficie.

Altra cosa importante da considerare è il materiale del pavimento, perchè su un pavimento in legno la sovrapposizione non è affatto consigliata, data la instabilità di questo materiale che tende a deformarsi con il variare del livello di umidità nell’aria.
Infine, valutare la tipologia di porte e finestre che si hanno in casa. Quando si sovrappone un pavimento nuovo ad uno vecchio, a meno che non si tratti di quelli ultraslim (e non è detto), nasce l’inconveniente di dover tagliare le porte e le finestre, che altrimenti non potrebbero più aprirsi agevolmente.
Tipologie di pavimenti sovrapposti
Un pavimento sovrapposto può essere fondamentalmente di due tipi:
- pavimento flottante
- pavimento incollato
La scelta dell’uno e dell’altro dipende molto dalle considerazioni che saranno state fatte nella valutazione preventiva e dall’ulteriore considerazione circa la durata o meno dell’intervento.
Mi spiego meglio.
Se, ad esempio, voglio solo abbellire un pavimento di una casa in cui sono in affitto, nell’impossibilità di fare lavori più impegnativi ed invasivi, allora sarebbe opportuno preferire la posa flottante, mentre quella incollata è più adatta in casi in cui si prevede una durata maggiore dell’intervento.

La posa flottante consiste nell’appoggiare il pavimento a quello vecchio, intervallandoli con un tappetino fonoassorbente. Si tratta per lo più dei laminati, dei parquet e dei pavimenti in PVC.
Questo tipo di pavimento è facile da posare ed altrettanto facile da rimuovere, soprattutto perchè in molti casi l’assemblaggio è ad incastro e quindi si può procedere anche autonomamente – per chi ha un po’ di manualità e ama il fai da te.
Infine, il suo vantaggio è che è subito pronto. I pavimenti flottanti, infatti, possono essere calpestati fin da subito.
La posa incollata è quella tradizionale, che prevede l’impiego appunto di colle.
Le pratiche burocratiche per sostituire un pavimento vecchio
La sostituzione di un pavimento rientra nella semplice manutenzione ordinaria.
Pertanto, è un intervento in edilizia libera.
In alcuni Comuni potrebbe essere necessario presentare una Comunicazione di Attività Libera. Meglio, quindi sentire l’Ufficio Tecnico prima di procedere.
In ogni caso, se si è in condominio, la cosa corretta da fare è avvisare l’amministratore dei lavori che si andranno a realizzare, che comunque possono portare disagio agli altri condomini, vuoi per il rumore prodotto, vuoi per le polveri.
Manutenzione ordinaria vuol dire anche che non si ha diritto a detrazioni fiscali.
Il solo caso in cui si può accedere alle detrazioni è quello in cui la sostituzione del pavimento rientri in un intervento più ampio di ristrutturazione, con modifiche agli impianti o alla distribuzione interna degli ambienti. In tal caso, infatti, si passa alla manutenzione straordinaria, per la quale vale il bonus ristrutturazioni al 50%.
Sostituire il pavimento senza smontare la cucina
Diciamo cucina, ma possiamo parlare di qualsiasi tipo di arredamento fisso o che non si voglia spostare. Di certo, avere uno spazio libero rende più semplice il lavoro, ma se questo non fosse possibile, c’è un modo per cambiare pavimento senza spostare i mobili.

Nel caso della cucina in particolare, a meno che non si debbano rifare gli impianti e quindi sia indispensabile il suo spostamento, possiamo smontare lo zoccolo e realizzare un pavimento sovrapposto che giri tutt’intorno ai piedini. In questo modo, a zoccolo montato, non si vedrà che sotto il pavimento è rimasto quello vecchio.
Come rifare i pavimenti in un appartamento senza togliere quello vecchio: 10 idee
Di seguito vediamo alcune soluzioni per cambiare pavimento senza demolire.
Rinnovare un pavimento: ricoprire, levigare o lucidare
Una prima soluzione rapida ed economica è quella di ricoprire il pavimento in ceramica. Esistono in commercio dei prodotti specifici, che possono essere applicati sulle superfici esistenti. Se si fa questa scelta il mio consiglio comunque è quello di selezionare prodotti di ottima qualità, per evitare di dover ripetere l’operazione dopo poco tempo.


Se si ha un parquet, per rinnovarne l’aspetto si può levigarlo. Viene eliminato lo strato più superficiale e poi viene ritrattato con appositi prodotti che lo renderanno più bello e vivo, come nuovo.

Analogamente per i pavimenti in marmo o simil marmo si può procedere con una lucidatura, trattamento che li farà brillare di nuovo.
Cambiare pavimento senza demolire rinnovando le fughe
Ancora meglio, se si vuole risparmiare su costi e tempi, si potrebbe agire solo sulle fughe, rinnovandole.

A questo punto possiamo scegliere di rinnovarle con il vecchio colore oppure di osare con un colore diverso, magari agendo a contrasto, grazie alla gamma di stucchi colorati disponibili oggi, come la linea Fugabella Color di Kerakoll.
Pavimenti sottili da sovrapporre: gres laminato
Se non si vuole rinunciare ad un pavimento ceramico c’è il gres laminato ultrasottile.
Lo svantaggio di questi gres è che soprattutto in grandi formati possono essere soggetti ad imbarcarsi nella parte centrale.

Kerlite di Cotto d’Este è un gres ultrasottile anche di grossi formati rinforzato con fibra di vetro. Ciò lo rende molto resistente e previene questi inconvenienti. Lo spessore può andare dai 3,5 ai 6,5 mm.
Pavimento in resina: pro e contro
I pavimenti in resina consentono in modo semplice di avere una superficie nuova sovrapposta al vecchio con uno spessore molto ridotto. Stiamo parlando di soli 2-3 mm.

Questi sono applicabili anche autonomamente, ma per un risultato ottimale è meglio rivolgersi ad uno specialista del settore.
I vantaggi sono molteplici:
- basso spessore, come si diceva
- igienicità grazie all’assenza di fughe, cosa che ha anche un alto valore estetico
- resistenza all’acqua
- massima possibilità di personalizzazione, perchè all’interno della resina possiamo far inserire quello che vogliamo, sia come finiture che come disegni
- atossicità
- basso impatto ambientale
- facile manutenzione.
A onor del vero, devo sottolineare anche i contro di questo materiale:
- il costo è più alto rispetto a quello di una pavimentazione normale
- il comportamento nel tempo rispetto ai graffi e ai raggi UV che portano al suo ingiallimento.

Detto ciò, ne esistono di diversi tipi. Errelab propone delle soluzioni anche per gli spazi esterni, con finitura effetto pietra in Pietra Continua e vellutata in Cemento Seta.
Pavimento in microcemento
Come per i pavimenti in resina, anche per quelli in microcemento ci sono i pro e i contro.
Il materiale è quello che ormai si utilizza anche per la finitura di box doccia, arredi, top per cucine. Si tratta di un prodotto estremamente lavorabile e quindi adattabile alle varie situazioni.
I suoi vantaggi sono:
- facile manutenzione e pulizia
- resistenza all’acqua e al tempo, più durevole del pavimento in resina
- possibilità di essere personalizzato
- vasta gamma di colori e finiture disponibili
- spessore molto ridotto, anche in questo caso 2-3 mm.

Di contro, se contiene resina epossidica, porta con sè tutti gli svantaggi già visti per quest’ultima. Si può macchiare facilmente a contatto con olio, caffè e vino. Il costo è comunque più alto dei normali pavimenti. Infine, se non ci si affida a professionisti e non viene applicato correttamente, può essere soggetto a microfessurazioni.
Il parquet prefinito
Una tipologia di pavimento flottante è il parquet prefinito, che è costituito da vari strati più uno superficiale che lo renderà resistente al calpestio e all’usura del tempo e uno sottostante a contatto col vecchio pavimento, che ne garantisce la stabilità.
Il vantaggio è estetico sicuramente, perchè un pavimento in legno rende gli spazi più accoglienti e caldi, ma anche di più facile manutenzione rispetto al classico parquet che va trattato ogni 8-10 anni.

Ce ne sono anche di molto sottili, come Slim di Woodco, che è costituito da listoni spessi appena 1 cm.
Pavimento laminato
Il laminato è una soluzione che ci permette di realizzare in poco tempo un pavimento molto gradevole all’aspetto. Richiede una posa flottante ed è disponibile in varie finiture, dall’effetto legno a quello pietra e via dicendo. Ne esistono di vari prezzi e qualità.

Nella maggior parte dei casi molto è sensibile all’umidità, per cui è preferibile non installarlo in bagno o in cucina o comunque in tutti quegli ambienti che sono soggetti ad umidità.
Pavimenti in PVC per cambiare pavimento senza demolire
Il pavimento in PVC risolve proprio il problema della resistenza all’umidità.
Sono pavimenti che si stanno molto diffondendo, grazie alle molte varianti disponibili e ai loro vantaggi che non sono solo la resistenza all’acqua.
Una variante sono le LVT, Luxury Vynil Tiles o anche piastrelle viniliche lussuose, che imitano altri materiali come il legno e la pietra.

Un esempio sono quelle della serie Spina 90° di Corkvogue che montate a spina di pesce donano eleganza a qualsiasi ambiente.
I vantaggi di un pavimento in PVC sono:
- facilità di installazione
- resistenza all’acqua
- resistenza al calpestio
- antiscivolo
- antistatico
Grazie a queste caratteristiche questi pavimenti sono utilizzabili anche in ambienti umidi come bagni e cucine senza problemi. Hanno per lo più il materassino integrato, per cui garantiscono un ottimo isolamento acustico e riduzione del rumore da calpestio.
Altro vantaggio rispetto ad un laminato è che non viene richiesto il giunto di dilatazione, che, se non capita in corrispondenza delle porte, può risultare antiestetico.

L’unico svantaggio di un pavimento vinilico è nel caso di una posa non flottante ma incollata, perchè potrebbe essere difficile da rimuovere.
Il pavimento vinilico SPC è un tipo particolare che presenta un pannello di supporto a click rigido, che lo rende più stabile e facile da posare.
Sovrapporre un pavimento in linoleum
Il linoleum non è il PVC come spesso si crede. Si tratta di un materiale ecologico e riciclabile.
Oltre a questi ha anche i vantaggi della igienicità, perchè privo di fughe, antibattericità e facilità di manutenzione.

Un esempio è il linoleum Tarkett, il primo ad ottenere la certificazione Cradle to Cradle ® per il suo approccio sostenibile.
Pavimento tessile
Ultima soluzione per cambiare pavimento senza demolire è adottarne uno tessile, la classica moquette.

Ovvero, non tanto classica, perchè questo nome ci fa pensare subito agli acari dei pavimenti degli alberghi anni Settanta. Invece, le moquette di oggi, grazie alla tecnologia, sono antipolvere, antibatteriche e ignifughe. Ne esistono anche in fibre naturali come quella di cocco, che sono anche a basso impatto.
Il fondo però deve essere perfettamente livellato.
Quanto costa mettere un pavimento sopra un altro pavimento
Le analisi fatte da un professionista, muratore, piastrellista o tecnico che sia, porteranno a valutare i costi effettivi dell’operazione e se vale la pena.
Nell’esame dei costi, infatti, si terrà conto, non solo del materiale scelto e della manodopera per la posa, bensì anche delle spese accessorie legate alla tipologia di pavimento sovrapposto scelto e allo stato del fondo.

Da aggiungere sono quindi gli eventuali costi del massetto autolivellante, degli eventuali ripristini della pavimentazione esistente e del tappetino fonoassorbente da considerare nel caso di pavimento flottante.
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Galleria di Immagini per cambiare un pavimento senza demolire


















Caterina
Ottimo articolo spiega ed apre alla fantasia e alla funzionalità.Grazie
Grazie mille Gabriella